lunedì 28 maggio 2012

.http://www.benoise.com/archivio-recensioni/terra-selvaggia-terra-selvaggia/

Recensione su BeNoise

Terra Selvaggia è sperimentazione tra presente e futuro. Prende dall’ora, dall’oggi e si proietta in avanti, facendo previsioni in musica. Parte dall’istinto e dalle gambe, più che dal cuore o dal cervello; vive di movimento, di scatti, di tic nervosi, anche. Si fonda sull’intenzione di portare la riflessione umana riguardo alle cose che ci circondano dentro ad una dimensione da semi-incoscienti, in uno stato di quieta trance utile a rendere le sensazioni che prima erano sfocate più evidenti. Tutto è rivolto a uno dei tanti noi: non come singolo elemento che vive un’alienazione isolata ma come piccolo-grande clone di altri esemplari che gli somigliano in tutte le paure e i bisogni di risposte che gli sono propri e che lo rendono minima parte di un unicum tanto coeso quanto omologato e impotente.
Terra Selvaggia usa giusto tre canzoni per abbindolare i pensieri più stupidi e per concentrarsi su quelli più profondi e remoti. I pezzi si reggono sulla commistione di effetti loop, di synth scuri, di chitarre grondanti paranoia, di tastiere usate per creare un’atmosfera pesante e grigia. Siamo di fronte ad un lavoro prettamente notturno, da sentirsi in cuffia, con la voglia di entrare in uno stato umorale pensoso e particolare. Non è musica per tutti, non è musica per tutti i momenti; necessita di una certa cura, di una certa attenzione per i messaggi che si diffondono attraverso note cariche di tensione e di bisogno di fuggire, di contemplazione e di distruzione. Soprattutto “300 Km/h“, traccia che dura oltre i 18 minuti, rappresenta una sorta di danza di morte delle nostre vite moderne, così carica di rumori inquietanti, bui, che sembrano usciti da un lato B di una colonna sonora di Lynch. Ansia e movimento ineccepibile verso ciò che ci toccherà domani: queste forse le due grandi chiavi che meglio di tutte le altre possibili riescono ad aprire questo mondo complesso e singolare, un mondo che il progetto Terra Selvaggia sembra aver costruito attentamente e conscio dei pericoli che si possono incontrare.
Dark-Ambient tra lo spettrale e il thriller, approccio innovativo e deciso; piccoli tocchi Industrial, atmosfere plumbee, copertina che fa da braccio destro adeguato. Il viaggio di Terra Selvaggia è iniziato e farà riflettere molti amanti della musica sperimentale.

domenica 13 maggio 2012

TERRA SELVAGGIA - Terra Selvaggia (2012, Lotte Tribali) su "ONDA ROCK"

Ambientazioni dark, vagamente industrial, paesaggi sonori che opprimono e costringono a ricercare prima se stessi e poi una via di fuga, effettistica centrifuga con tendenze al cosmico, ombre teutoniche, approssimazioni al divino. Ci si abbandona a danze plumbee ed amori complessi, cercando cosa si cela al di là del cemento. Shoegaze ambientale, sentiamo la vita e lo scorrere del tempo, seguiamo il flusso delle stagioni come il fluire del nostro sangue, assaporando il pericolo, contemplando l'esistenza nella distruzione e nella rinascita. "Terra selvaggia" è l'esordio del duo composto da M. Leo (chitarre, synth, effetti, tastiere, voci) e Painburn (synth, produzione). Per il resto è alone di mistero, un mistero in grado di regalare tre tracce che potrebbero modificare la vostra percezione sensoriale del concetto di musica: le prime due ("Il peso del mondo" e "Terra selvaggia") durano quasi sette minuti cadauna, la terza ("300 Km/h") poco più di diciotto. Cavalcate rumoristiche dark/ambient interamente strumentali, stranianti e meravigliose-

domenica 6 maggio 2012